Minosse, re di Creta, aveva affidato a Dedalo, famoso architetto di Atene, il compito di costruire un labirinto, dove imprigionare il Minotauro, un essere mostruoso e feroce, metà uomo metà toro che terrorizzava Creta. Per paura che rivelasse i segreti del labirinto lo aveva poi imprigionato insieme al figlio Icaro.
Per fuggire Dedalo costruì, per lui e il figlio, delle ali con piume e cera grazie alle quali i due riuscirono ad allontanarsi in volo.
Ma Icaro, ignorando i consigli del padre, volò talmente in alto che, avvicinandosi troppo al sole, le sue ali fatte di cera, si sciolsero e lo fecero precipitare nel mare sottostante.
Il mito di Icaro è stato scelto dal MIUR per una campagna di informazione sul tema della sicurezza stradale.
La classe terza F del Corso di Grafica e Comunicazione di Chiaravalle ha partecipato al concorso per la realizzazione del logo. Il concorso è stato quindi un modo efficace per farci riflettere…in fondo Icaro è proprio l’incarnazione dell’adolescente e della sua convinzione di essere quasi immortale e di poter comunque e sempre rimediare a qualsiasi “cavolata” faccia.
“Baldanza giovanile” la chiamano gli adulti, e spesso equivale ad una sensazione di onnipotenza che ci induce a non considerare mai le conseguenze delle nostre azioni. Così siamo convinti di essere lucidissimi anche se abbiamo bevuto troppo, oppure che non ci accadrà nulla se con il telefonino mandiamo un sms e ci distraiamo mentre stiamo guidando o che l’uso di sostanze eccitanti non ci cambierà la vita.
A 18 anni l’idea che si possa morire non è proprio concepibile !
Fare il volo di Icaro significa sopravvalutare le nostre possibilità, non riconoscere i nostri limiti e per questo compiere una o più azioni al di sopra delle nostre capacità.
Icaro è un pò tutti noi; ecco perché la scelta del Ministero ci sembra ottima.
Giulia Falappa classe 3^ F
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