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Lo squalificato, di Dazai Osamu

15 Feb , 2022  

Vi sfido a leggere Lo squalificato di di Dazai Osamu per addentrarvi nel suo coinvolgente modo di far riflettere. Rivedersi in Yozo non è poi così arduo, in fin dei conti siamo tutti ugualmente figli della stessa società.

Questo romanzo esistenzialista si suddivide in tre taccuini principali, nei quali il nostro tormentato protagonista, Oba Yozo, intraprenderà una lenta ascesa nell’autodistruzione.

Il rigoroso ambiente in cui egli visse influenzò significativamente il suo modo di rapportarsi col mondo, in particolar modo l’inflessibile figura del padre continuerà a perseguitare ed influenzare la psiche di Yozo anche dopo essere venuto a mancare. Il clima fittizio e solenne regnante in casa, i numerosi inganni reciproci e doppi fini da parte di chiunque lo circondi condussero inevitabilmente il nostro protagonista ad assumere maniere da giullare di corte per compiacere ed appagare gli essere umani: l’esatto funzionamento di un meccanismo di difesa. Inconcepibile è per lui come possano vivere serenamente gli umani basandosi sul raggiro del prossimo. Non riuscendo quindi a comprendere la natura degli uomini, soffre.

Per far fronte al suo crescente senso di inadeguatezza compirà scelte che lo porteranno sempre più ad un passo dal baratro, si abbandonerà ai suoi vizi, ossia l’alcool e i piaceri carnali. Per cercare di smorzare il suo desiderio di bere inizierà a far uso di morfina, della quale continuerà ad abusare senza sosta a tal punto da diventare morfinomane. 

Questi suoi vizi sono incrementati da altri personaggi che paiono contribuire alla demolizione del protagonista, figure quasi diaboliche che sembrano volerlo condurre su un nefasto sentiero e Yozo non potrà fare a meno di dipenderne emotivamente. Un esempio ne è Horiki, suo compagno di bevute, il cui scopo sembra solo quello di rendere il protagonista ancora più insicuro e timoroso. Addentrandosi nel finale lo stesso Horiki si rivelerà l’essere umano riprovevole che è, compiendo un atto terribile e pugnalando alle spalle Yozo.

Fondendosi con le sue buffonerie, atti teatrali e quant’altro perse completamente la condizione di sé, di cui già in principio era carente.

Ogni scelta compiuta lo condurrà sempre più vicino ad un’inevitabile fine, si sentirà sempre più estraniato dal concetto di essere umano, nascondendo al mondo il suo vero io, vivendo una vita vuota quasi priva di significato e fingendo di essere qualcuno che non è. 

Egli, sentendosi quindi rifiutato dalla società, vive in una condizione di estrema solitudine. Cerca in ogni modo di integrarsi ma sempre in maniera molto ambigua e fallendo di continuo. Tentare di omologarsi alla massa conduce ad uno stato esistenziale ancora più straziante.

Nell’ultimo taccuino il protagonista si lascia andare all’apatia più totale, ormai stanco di vivere. Afferma addirittura di aver smarrito perfino la capacità di soffrire.

La storia di Yozo è un tipico esempio di come la sola e semplice esistenza possa causare sofferenza.

“Che mai intendeva per ‘società’, mi domandavo? Il plurale di essere umano? In che s’identificava la sostanza di questa cosiddetta ‘società?’ Avevo passato tutta la vita a ripetermi che la società doveva essere sicuramente qualcosa di poderoso, aspro e severo, ma a sentir parlare Horiki, mi sentivo venire sulla punta della lingua queste parole ‘Alludi forse a te stesso?’ Però le trattenni, riluttante com’ero a farlo incollerire.La società non è disposta a sopportare.Non è la società. Sei tu che non vuoi sopportare… dico bene?Se continui così la società te ne farà pentire.Non è la società. Sei tu, sí o no?Prima ancora che te n’accorga, la società ti avrà dato l’ostracismo.Non è la società. Sei tu che ti prepari a darmi l’ostracismo, nevvero?”

di Sofia Esposto

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