La letteratura classica è importante perché ci apre a mondi diversi, ed essendo i classici generalmente basati su fatti realmente accaduti, fornisce conoscenze storiche. Leggere questo genere di letteratura arricchisce il nostro vocabolario e le nostre conoscenze riguardo gli usi e i costumi di epoche diverse dalla nostra.
«I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: “Sto rileggendo…” e mai “Sto leggendo…”» Italo Calvino
Italo Calvino nel 1991 scrisse “un classico è come un diamante, è per sempre e persiste nel rumore di fondo”.
I classici fanno parte della cultura italiana, conoscerli aiuta a comprendere meglio la nostra lingua. Come disse Woody Allen in merito a Dostoevskij, sono “un pasto completo”, una base da cui iniziare. Leggerli aiuta a comprendere la realtà, molte espressioni dei campi lavorativi fanno parte dei classici, il mondo è fondato su di essi; tutti conosciamo l’ira funesta di Achille, le sirene di Ulisse, nel mezzo del cammin di nostra vita, muore Sansone con tutti i filistei, sempre caro mi fu quest’ermo colle, il complesso di Edipo…
Calvino prosegue dicendo: “il massimo rendimento della lettura dei classici si ha da parte di chi ad essa sa alternare con sapiente dosaggio la lettura d’attualità”.
Non è difficile, trovare sé stessi e il presente che si sta vivendo all’interno di un libro: nell’umanità dei romanzi di Tolstoj, nelle eroine di Jane Austen, nei personaggi di Gabriel García Márquez o nella coscienza di Virginia Woolf. È questa la magia dei classici della letteratura: storie e persone che ricalcano un archetipo sempre valido.
La potenza dei classici è quella di rivelarsi sempre diversi ed efficaci per ogni età; ritornare su un libro letto nell’adolescenza ci potrà fornire nuovi spunti di riflessioni, dettagli e risposte, che nel passato non avremmo potuto far emergere perché il nostro vissuto è cambiato.
Perché leggere i classici, due delle motivazioni più famose di Italo Calvino:
6- il classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire
7- i classici sono quei libri che ci arrivano portando su di se la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di se la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato.
Non necessariamente un libro classico ci insegna qualcosa che non sapevamo; alle volte vi scopriamo qualcosa che avevamo sempre saputo. Leggere i classici sembra inoltre in contraddizione col nostro ritmo di vita, che non conosce i tempi lunghi e il respiro dell’ozio umanistico.
Ma le cose che la lettura può ricercare e inseguire sono insostituibili: può insegnarci il modo di guardare il prossimo e noi stessi, permetterci di porre in relazione fatti personali e fatti generali, attribuire valore a piccole o grandi cose, considerare i propri limiti e i propri vizi, trovare le “proporzioni” della vita, la sua forza, il suo ritmo e formare il nostro modo di pensare.
I libri possono insegnarci la durezza, la pietà, la tristezza, l’ironia, l’umorismo, insomma possono insegnarci a vivere.
I classici servono a capire chi siamo e dove siamo arrivati.
di Greta Pasquinelli
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